Francesca Broccoli   -   Psicoterapeuta Relazionale
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Nonni e genitori: quali rapporti?

22 gennaio 2016 - Francesca Broccoli
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Cosa succede quando arriva un bambino tra i neo-genitori e neo-nonni?
La cultura popolare è ricca di dicerie e luoghi comuni sui rapporti tra suocera e nuora e su come i nonni si comportano con i nipoti e i propri figli divenuti genitori...Tentiamo di capire meglio come si trasformano le relazioni tra le generazioni.

Come già visto nell'articolo “Da due a tre: la coppia si apre alla genitorialità”, l'attesa e la nascita del primo figlio aumenta il grado di complessità dei rapporti familiari.
Il passaggio da coppia a famiglia con figli comporta una rimodulazione dei legami e necessita di una capacità di adattamento notevole da parte di tutti i membri della famiglia, compresi i nonni.


I cambiamenti che investono la coppia di neo-genitori toccano da vicino anche le loro famiglie estese ed, in primis, i nonni.
Anche loro, infatti, devono assumere un ruolo mai sperimentato prima, ampliare la propria identità e assecondare un riposizionamento degli assetti famigliari che li vede dover cedere la centralità nelle trame famigliari, fino a quel momento rivestita, alla generazione dei figli adulti.

Come avviene tutto questo? Quali sono i passaggi più importanti che contraddistinguono questo processo di cambiamento?


  • Innanzi tutto la generazione che andrà a costituirsi come quella dei nonni ricopre una posizione molto delicata e preziosa, decisamente non banale!
Molte ricerche ne hanno evidenziato la fondamentale funzione di sostegno dei figli che vivono l'avventura di diventare genitori. In particolare i nonni devono far fronte a due compiti importanti:
-appoggiare i figli dal punto di vista organizzativo, cioè negli aiuti domestici e nell'accudimento del neonato, soprattutto i primi mesi dopo la nascita;
-riconoscere i figli adulti come genitori capaci, cioè unire all'appoggio pratico, un sostegno emotivo e simbolico, che rinforzi il senso di competenza dei neo-genitori.

E' comprensibile che questo aspetto non si può improvvisare: saper trasmettere fiducia e stima per il modo in cui i figli adempiono ai loro compiti di cura ed educazione non è scontato e non nasce dal nulla. Dipende molto dalla storia che ha caratterizzato le relazioni fino a quel momento.


  • Il secondo aspetto si interseca con quest'ultimo elemento (cioè la specificità dei legami famigliari). Infatti, non è tanto la reale e oggettiva disponibilità dei familiari a prestare aiuto a fare la differenza, ma la percezione della qualità dei legami e del tipo di sostegno fornito.
In oche parole, non è rilevante di per sé la quantità di ore messe a disposizione dei genitori da parte dei nonni (o di altri membri della famiglia), ma come le relazioni vengono sentite, il che non può che dipendere dalla lunga storia di quelle relazioni.

In effetti, se ci pensiamo, tutti riteniamo più utile e accettabile un sostegno caldo, fatto di reale stima e desiderio di vicinanza, comunque “donato” per piacere pur se saltuario o di poche ore, piuttosto che una presenza assidua e quantitativamente consistente, ma rivendicativa, critica e svalutante.


  • Infine, ma non per importanza, è centrale l'aspetto della regolazione delle vicinanze/distanze.
I rapporti tra neo-genitori e neo-nonni, in genere, si intensificano durante la gravidanza e il post-parto, generando anche una ridefinizione delle vicinanza/distanze.
I neo-genitori hanno bisogno di sostegno e contemporaneamente hanno bisogno di costituirsi come nucleo famigliare rinnovato e autonomo, in grado di cavarsela in modo indipendente senza sentirsi sprovvisto delle forze necessarie.
Nello stesso tempo la coppia si avvicina alla generazione precedente, poiché il diventare genitori abbatte una barriera gerarchica. Così chi diventa madre e padre trova nei propri genitori anche nuove dimensioni che difficilmente prima poteva considerare e li “scopre” più profondamente in quanto uomini e donne, al di là del ruolo avuto fino a quel momento.

Non
è semplice, in questo passaggio, destreggiarsi nel nuovo equilibrio: è un vero e proprio lavoro di ri-calibrazione degli assetti famigliari per tutte le generazioni coinvolte. Impegnativo eppure fruttuoso se ben riuscito!

I nonni si trovano a dover cercare un equilibrio tra la presenza e la non invadenza, tra il piacere della vicinanza al nipote e il rispettoso distacco, per svolgere in modo ottimale il loro nuovo ruolo: il sostegno emotivo e pratico, l'aiuto e il riconoscimento si devono tradurre in una vicinanza che non sia sostituzione o vicariato; nello stesso tempo il rispetto delle scelte dei figli e la non invasione dei confini del nuovo nucleo non deve confondersi con l'abbandono o il distacco.

In conclusione, potremmo dire che le famiglie d'origine hanno la possibilità di svolgere un ruolo fondamentale nell'aiutare la coppia di neo-genitori, fungendo da cuscinetti protettivi contro le conseguenze negative dello stress imposto dal riadattamento dovuto all'arrivo del bambino.
Tale funzione protettiva è però determinata dalla capacità di tutti di trovare dei nuovi equilibri che siano rispettosi e funzionali rispetto alle esigenze di tutte le componenti famigliari.
Una sfida impegnativa, ma emotivamente intensa e appagante per i nonni e di grande aiuto per i genitori, se riesce a tradursi in una partecipazione autentica e costruttiva alla crescita del bambino e della sua storia nella famiglia.



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